Come smettere di fumare
Come smettere di fumare
Pubblicità in concessione a Google

Smettere di fumare è un investimento di salute cui non si può rinunciare, perché consente di ridurre il rischio di sviluppare molte condizioni patologiche. Smettere di fumare da soli è possibile, ma con il supporto del proprio medico o di specialisti della disassuefazione le probabilità di successo aumentano notevolmente.

Pubblicità in concessione a Google

I più recenti dati ISTAT indicano che il 90% degli ex fumatori ha smesso senza bisogno di aiuto, ma provando in media 6 volte. Le evidenze dimostrano che maggiore è il supporto che si riceve, più è alta la probabilità di smettere di fumare in modo definitivo.

Cosa sapere

E’ bene ricordare che le prime 24 ore dall’ultima sigaretta sono le più difficili e nei primi 4 giorni sono più intensi i sintomi dell’astinenza, che tendono ad attenuarsi dalla prima settimana al primo mese, mentre sensazioni di malessere (come affaticabilità, irritabilità, difficoltà di concentrazione, aumento dell’appetito, ecc.) possono persistere anche per alcuni mesi.

Il desiderio impellente di una sigaretta, tuttavia, dura solo pochi minuti e non è troppo difficile dottare strategie per distrarsi come bere un bicchiere d’acqua, fare una passeggiata, chiacchierare con qualcuno, masticare una gomma o una caramella senza zucchero.

La nicotina è un anoressizzante: quindi, smettendo di fumare, è possibile un aumento di peso non superiore ai due o tre chili.

Non tutti comunque ingrassano, ma se non si vuole rischiare è sufficiente cambiare gradualmente le proprie abitudini alimentari, riducendo la quantità di cibo per pasto, preferire 3-5 pasti leggeri piuttosto che due abbondanti, bere molti liquidi, ridurre il consumo di alcolici, scegliere frutta e verdura quando si sente la necessità di mangiare qualcosa fra i pasti e, infine, aumentare l’attività fisica.

E’ anche bene ricordare che può capitare di ricominciare a fumare e ciò può servire a riconoscere e ad affrontare meglio i momenti critici; le ricadute fanno parte del percorso di cambiamento e non devono scoraggiare, ma possono essere utili per conoscere ed affrontare meglio i momenti critici.

Se smetti di fumare:

  • Entro 20 minuti la frequenza cardiaca e la pressione del sangue si riducono
  • Entro 12 ore il livello di monossido di carbonio nel sangue diminuisce e torna a livelli normali.
  • Entro 2-12 settimane la circolazione del sangue migliora così come le funzioni polmonari
  • Entro 1-9 mesi diminuiscono la tosse e il respiro corto.
  • Entro un anno il rischio di infarto diventa la metà di quello di un fumatore.
  • Entro 5-15 anni dopo il rischio di ictus diventa uguale a quello di un non fumatore.
  • Entro 10 anni il rischio di tumore ai polmoni diminuisce fino alla metà e si riduce anche il rischio di tumori alla bocca, alla gola, all’esofago, alla vescica, alla cervice uterina e al pancreas.
  • Entro 15 anni il rischio di infarto diventa uguale a quello di un non fumatore.

Inoltre, se smetti di fumare:

  • a 30 anni si guadagnano almeno 10 anni di vita attesa.
  • a 40 anni si guadagnano 9 anni di vita attesa.
  • a 50 anni si guadagnano 6 anni di vita attesa.
  • a 60 anni si guadagnano 3 anni di vita attesa.

Smettere di fumare

  • fa bene anche a chi ha già sviluppato malattie correlate al fumo
  • riduce del 50% la probabilità di avere un altro attacco in persone che smettono di fumare dopo un attacco cardiaco
  • riduce il rischio di impotenza, di avere difficoltà a concepire, di aborto spontaneo o di partorire bambini prematuri o con basso peso alla nascita.

Se smetti di fumare proteggi chi ami dal fumo passivo, riducendo ad esempio il rischio di molte malattie dei bambini da esposizione al fumo, quali malattie respiratorie, come l’asma, e infezioni alle orecchie (otiti).

Le strategie per smettere di fumare comprendono:

  • Terapie farmacologiche – La terapia con i sostitutivi della Nicotina (NRT), il Bupropione, la Vareniclina e la Citisina, aiuta i fumatori a smettere e ad alleviare i sintomi di astinenza; sono allo studio altri farmaci, che possono favorire a disassuefazione.
  • Sostegno psicologico di operatori specializzati, sia vis à vis che telefonico, facilita la decisione al cambiamento, aiuta a rafforzare le motivazioni; le terapie di gruppo aggiungono alle strategie cognitive e comportamentali la condivisione dei problemi e delle motivazioni con altri fumatori.

10 consigli degli esperti

Smettere di fumare è una sfida, ma con le giuste motivazioni e un sostegno adeguato tutti possono riuscirci. Per dire “addio” al fumo segui alcune semplici consigli degli esperti.

  1. Smettere di fumare è possibile.
  2. Il desiderio impellente della sigaretta dura solo pochi minuti.
  3. I sintomi dell’astinenza si attenuano già nella prima settimana; informa amici e parenti della tua decisione perché possano supportare la tua decisione.
  4. Già dopo 20 minuti dalla cessazione del fumo si hanno i primi effetti benefici.
  5. Ricorda che non tutti ingrassano quando si smette di fumare e comunque l’incremento di peso è moderato (2-3 chili).
  6. Quando si smette di fumare è bene bere abbondantemente, ridurre il consumo di zuccheri e grassi, aumentare il consumo di frutta e verdura e muoversi di più.
  7. Se non riesci a smettere da solo parlane col tuo medico di famiglia.
  8. Un supporto specialistico e alcuni farmaci sono validi aiuti: il tuo medico può indirizzarti al più vicino centro Anti Tabacco.
  9. Le ricadute non devono scoraggiare; esse possono essere utili per riconoscere e affrontare i momenti critici.
  10. Non fumare ti arricchisce non solo in salute, ma anche economicamente e salvaguarda la salute di chi ti sta intorno, soprattutto quella dei bambini.

Rivolgiti al Telefono Verde contro il Fumo 800 554 088 dell’Istituto Superiore di Sanità, per avere una consulenza da parte di esperti. Il servizio è anonimo e gratuito ed è attivo dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 16.

A Taranto l’ASL sensibilizza al tema

Taranto, 05 aprile 2023Smettere di fumare: percorsi e trattamenti in Asl Taranto. Grande successo per la formazione rivolta agli operatori sanitari.

Si è chiuso ieri con successo il corso formativo “Percorsi e trattamenti nella smoking cessation: come aiutare a smettere di fumare” che il Dipartimento Dipendenze Patologiche ha organizzato per ampliare le conoscenze teoriche e le competenze tecniche rispetto al trattamento del tabagismo.

Il corso, rivolto a operatori sanitari e svoltosi al Padiglione Vinci del Santissima Annunziata, è stato il primo evento formativo post pandemia, in presenza, relativo alla problematiche legate al tabagismo. Tra i relatori, il dottor Biagio Tinghino del Centro Antitabagismo di Monza, Vincenzo Verardi medico specialista in neurofarmacologia, le psicologhe Paola Causo e Sabrina German, la pneumologa Lara Bailardi, la sociologa Anna Lacatena.

É stata una giornata di sensibilizzazione e formazione dedicata specificatamente agli operatori Asl “perché tutti abbiamo il dovere di contribuire alla diminuzione del numero delle persone che hanno una dipendenza da fumo e dobbiamo sensibilizzare al problema del tabagismo che rappresenta la prima causa di morte nel mondo”, dichiara Vincenza Ariano, direttrice del Dipartimento Dipendenze Patologiche di Asl Taranto.

La formazione del personale sanitario serve ad attuare il counseling breve sul fumatore nell’ambito della propria attività. È dimostrato scientificamente, infatti, che in alcuni casi il semplice consiglio del medico, espresso anche solo una volta durante le visite di routine, è in grado di aumentare le percentuali di astensione dal fumo.

“C’è la volontà da parte dell’azienda sanitaria di individuare, con il dipartimento dipendenze patologiche, un percorso che abbia come obiettivo il divenire azienda ‘smoking free’” – conferma il direttore generale Vito Gregorio Colacicco – “Attuando tutte le procedure per la tutela sia delle persone che fumano, che vanno incoraggiate, sostenute e motivate nel percorso di smettere di fumare, sia delle persone che non fumano”.

La dipendenza da tabacco è una vera e propria malattia. Il soggetto che ha una dipendenza da tabacco non può smettere di fumare per sola volontà. Nella dipendenza, infatti, intervengono anche alcuni meccanismi neurobiologici che condizionano la voglia di fumare e la ricaduta, anche dopo periodi di astinenza prolungati.

La presenza del Centro Antifumo sul territorio jonico, afferente dal 2016 al Dipartimento Dipendenze Patologiche, opera con un’equipe multidisciplinare, composta da un medico, due psicologi, due educatori professionali, dedicata alla presa in carico, prevenzione, diagnosi e cura dei problemi legati alla dipendenza da tabagismo.

L’accesso al Centro Antifumo è aperto, senza necessità di prescrizione medica, è sufficiente prenotarsi e non vi sono liste d’attesa.

I servizi offerti dal centro si articolano su due piani: un ambulatorio di secondo livello che offre la presa in carico personalizzata della persona, e l’attivazione di corsi, finalizzati alla smoking cessation, che il Centro propone mediamente due volte l’anno nei quali, attraverso l’esperienza del gruppo, si attua un percorso che porta all’astensione da fumo.

Pubblicità in concessione a Google