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Una famiglia di Ginosa (Taranto) composta da padre, madre e figlio è rimasta gravemente intossicata per aver mangiato funghi velenosi raccolti nelle campagne vicine alla gravina e non sottoposti a controllo sanitario preventivo. Il capofamiglia è ricoverato in prognosi riservata nel reparto di rianimazione dell’ospedale Moscati di Taranto ed è in pericolo di vita, mentre la moglie e il figlio si trovano nel nosocomio San Pio di Castellaneta, dove hanno ricevuto i primi soccorsi la notte scorsa. L’intossicazione, a quanto si apprende, è stata provocata dall’Amanita Phalloides, una delle specie di funghi più velenosi che esistano.

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Amanita Phalloides

L’Amanita phalloides (Vaill. ex Fr.) Link, 1833nota anche come Amanita falloide o Tignosa verdognola è un fungo basidiomicete della famiglia delle Amanitacea e mortale assai diffuso ed il più pericoloso esistente in natura a causa della sua tossicità estremamente elevata e del suo elevato polimorfismo che lo rende somigliante a molte specie, congeneri e no (da qui i nomi popolari di angelo della morte e di ovolo bastardo). L’avvelenamento da A. phalloides ha quasi sempre esito letale e, nel caso che l’avvelenato sopravviva, lo costringe in genere all’emodialisi a vita o al trapianto di fegato.

Questo fungo produce una sostanza chiamata α-amantina che impedisce la formazione del RNA-messaggero da parte della polimerasi-II in umani e, in concentrazione maggiore, blocca anche la funzione della polimerasi-III. Al contrario, né la pol-I in umani, né la pol-III della stessa Amanita phalloides sono soggette o vulnerabili all’azione della α-amantina.

 

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