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La Conferenza Stato-Regioni dà il via libera alla vendemmia verde parziale per la corrente campagna vitivinicola 2020/2021.

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Il decreto del Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali contiene le procedure attuative, previste dal Decreto Rilancio, per l’erogazione del contributo da corrispondere alle imprese viticole che si impegnano alla riduzione volontaria della produzione di uve destinate a vini a denominazione di origine (DOP) ed a indicazione geografica (IGP).

Cos’è la “Vendemmia Verde”

La vendemmia verde parziale mira a sostenere le eccellenze della viticoltura italiana in un momento tanto incerto come quello attuale. Si tratta di una pratica agronomica che consiste nella rimozione parziale dei grappoli non ancora giunti a maturazione ovvero della mancata raccolta di una parte degli stessi, garantendone in tal modo il miglioramento della qualità e il mantenimento dell’equilibrio del mercato vitivinicolo.

L’aiuto massimo concesso per ettaro è di 400 euro, in caso di uve destinate a vini ad Indicazione Geografica Tipica (IGT); 700 euro per i vini a Denominazione di Origine Controllata (DOC) con resa inferiore o uguale a 130 ql/ha; 600 euro per i DOC con resa maggiore a 130 ql/ha; 900 euro per i DOC con resa inferiore o uguale a 100 ql/ha e, infine, di 800 euro per i DOC con resa superiore.

Stanziati 100 milioni di euro

Dopo una serie di riunioni intercorse con le Regioni e con la filiera di settore nonché di attente valutazioni sull’impatto per il settore vitivinicolo espletate da organi tecnici – dichiara il Sottosegretario alle Politiche Agricole, Giuseppe L’Abbate al termine della Conferenza – si è raggiunta l’intesa sul provvedimento odierno che stanzia 100 milioni di euro, a titolo di aiuto, a favore dei produttori di uve destinate alla produzione di vini di qualità (DOP e IGP), che aderiscono alla riduzione volontaria della produzione di uve e che contestualmente siano in regola con la presentazione della dichiarazione di raccolta delle ultime cinque campagne vitivinicole”.

“L’impegno alla riduzione della produzione non può essere inferiore al 15% rispetto alla resa media aziendale regionale delle ultime cinque campagne, riferita a DOP e IGP, escludendo le campagne con produzione massima e minima, relative alle medesime tipologie di vino – prosegue il Sottosegretario Giuseppe L’Abbate –

Per beneficiare dell’aiuto, si chiede inoltre che, nelle superfici vitate aziendali destinate alla produzione di vini comuni, la resa produttiva, sulla base della dichiarazione di raccolta uve presentata dal beneficiario per la campagna vitivinicola 2020/2021, non debba aumentare rispetto alla resa media aziendale regionale”.

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