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Poco più di 350 anni fa (22 maggio 1662) si spegneva tragicamente in Francavilla, colpito da mano sicaria, il giovane arciprete di Grottaglie Francesco Antonio Caraglio.

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Il mandante dell’efferato delitto, D. Giovanni Battista Cicinelli, principe di Cursi e duca di Grottaglie, pensò di spegnerne la memoria vietando anche la pubblicazione delle sue opere.

La storia di un oblio

L’arrogante feudatario riuscì in effetti a non farle stampare ma non cancellare il ricordo di un uomo che coraggiosamente aveva contrastato la sua violenza contro le prerogative e le immunità ecclesiastiche.

Le opere del Caraglio: Status insignis Collegiatae Ecclesiae Cryptaliensis (“Stato dell’insigne chiesa Collegiata di Grottaglie”) e il Clypeus adversusus Martinensium praetensiones (“Scudo contro le pretese dei Martinesi”) vennero ugualmente veicolate in diverse copie manoscritte.

Chi era Francesco Antonio Caraglio

Francesco Antonio Caraglio fu un personaggio particolare e tragico nel medesimo tempo: fu arciprete della Collegiata a soli 23 anni, capace e valente uomo di lettere, laureato in “utroque jure “ (diritto civile ed ecclesiastico).

Fu assassinato alla giovane età di 34 anni per essersi opposto, all’abuso ed alla violenta prepotenza del feudatario locale principe Cicinelli, durante le gravi lotte tra il potere laico e quello ecclesiastico.

Scrive Carmelo Pignatelli, nella sua opera “Biografie degli scrittori grottagliesi”, Napoli 1869, p. 23): ”Il 22 maggio dell’anno 1662, verso le prime ore della notte, nella vicina Francavilla, certe sinistre figure imbacuccate in lunghi tabarri incedono a passi lenti per la strada del Carmine, ed arrivate innanzi ad un palazzo ne picchiano il portone. – Chi si vuole? – domanda una voce di dentro, e quei di fuori – Don Francesco Antonio Caraglio per cosa importantissima che due suoi amici debbono comunicargli.

Il Caraglio, non si attentando di fare aprire, si affaccia invece ad un verone del primo piano: ma mentre è per snodare la lingua a fine di chiamare e fare avvicinare i finti amici, una palla di archibugio il fredda cadavere al suolo. Oh dolore!… Infami!!!

La secolare diatriba tra Martina e Grottaglie

A distanza di tanti anni è toccato a Rosario Quaranta curare l’edizione del Clypeus che si potrebbe definire quasi un classico della letteratura campanilistica, incentrato com’è su una polemica che vide contrapposte sul problema della precedenza o preminenza, per ben tre secoli, le più importanti chiese collegiate della diocesi di Taranto, e cioè quella di Grottaglie e quella di Martina.

Polemica che appassionò e impegnò non solo il clero dei due centri nei vari tribunali in una causa estenuante e dispendiosa, ma che coinvolse anche le stesse comunità civili in quanto toccava la questione della loro antichità e importanza.

La controversia, iniziata nel 1568, venne decisa a favore di Grottaglie da Clemente VIII con bolla del 1596; seguì la contestazione da parte dei Martinesi, per cui essa venne ripresa e agitata a lungo, per concludersi definitivamente, sempre a favore di Grottaglie, nel 1843.
Buona parte della documentazione relativa è pervenuta fino ai nostri giorni e in parte è stata ricostruita e raccontata dallo stesso Caraglio nel suo Clypeus scritto nel 1650.

Un’opera ancora attuale

Un’opera – osserva il parroco della chiesa madre D. Eligio Grimaldi nella premessa – “che a dispetto della particolarità del contenuto offre molti riferimenti di carattere storico e culturale che interessano non solo la vita della Collegiata, ma anche la storia e la cultura della cittadina in quei tempi così difficili ed esaltanti allo stesso tempo. Il testo propone nella seconda parte una appassionata rappresentazione volta a mettere in evidenza non solo la propria chiesa, ma l’intera comunità grottagliese vista come luogo ideale di incontro, di condivisione, di operosità, di onestà, di studio e di cultura”.

Ma il Clypeus tocca pure questioni e problemi che superano l’angusta visuale del “campanile”, in quanto – come ricorda Vittorio De Marco nella sua prefazione – “la questione dell’immunità aveva una dimensione che si può dire internazionale, anche se quella della precedenza rientrava nel più ristretto orizzonte delle prerogative dei corpi ecclesiali”.

Il volume esce per le edizioni della “Pluriassociazione S. Francesco De Geronimo” guidata dal dott. Ciro De Vincentis che sottolinea “la necessità di prendere coscienza e lavorare insieme, con orgoglio e determinazione, per rinsaldare e far radicare in profondità le comuni radici storiche, culturali, spirituali per trasferirle alle nuove generazioni; di qui l’intendimento di far conoscere la storia di Grottaglie principalmente ai giovani attraverso iniziative che coinvolgano le scuole”.

Presentazione dell’opera sabato 4 settembre

La presentazione si tiene nell’ambito dei festeggiamenti di S. Francesco de Geronimo (ricordiamo che questo santo, prima di diventare gesuita, fece parte del Capitolo grottagliese) nella Chiesa Collegiata.

Dopo i saluti del parroco D. Eligio Grimaldi, del presidente della Sezione Tarantina della Società di Storia Patria prof. Giovangualberto Carducci e del presidente della pluriassociazione Dott. Ciro De Vincentis, terrà la relazione il prof. Vittorio De Marco, ordinario di storia contemporanea all’Università del Salento, e interverrà pure il curatore del volume prof. Rosario Quaranta. La manifestazione sarà coordinata dal dottor Francesco Spagnulo, segretario della medesima Pluriassociazione.

È prevista anche, per rendere più gradevole la serata, l’esecuzione da parte del maestro Nunzio Dello Iacovo di un intermezzo musicale (“Capriccio sopra il Cucù” di Johann Caspar Kerll) all’organo rinascimentale della collegiata che è stato da poco revisionato grazie all’impegno finanziario della ricordata benemerita Pluriassociazione di S. Francesco De Geronimo.

Appuntamento, quindi, assolutamente da non perdere per sabato 4 settembre 2021 nella chiesa madre collegiata Maria SS.ma Annunziata di Grottaglie, sita nella storica Regina Margherita.

Si ricorda che, in ottemperanza alle disposizioni vigenti, nel sacro tempio è obbligatorio l’uso della mascherina

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