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Sin dalla notte dei tempi, gli uomini hanno eternato il ricordo degli eventi importanti della loro vita attraverso racconti, canzoni e poesie, prima trasmesse oralmente da generazione a generazione e poi scritte su pergamena o carta.

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Può sembrare strano oggi a chi è abituato a conservare nella memoria del suo smartphone ogni istante della sua vita, potrà apparire quasi incredibile a chi – ancora prima di essere nato – era già presente sui social con una immagine della ecografia che lo ritraeva ancora nell’utero della madre, ma i nostri nonni spesso avevano solo poche foto che li ritraevano, scattate in occasione di eventi importanti come il matrimonio o il servizio militare.

Eventi accaduti migliaia di anni fa vengono ancora oggi ricordati con le parole di chi li ha descritti con parole eterne; chi saprebbe qualcosa della guerra di Troia se non fosse per Omero? Quanto inferno e paradiso sarebbero entrati nell’immaginario collettivo se non fosse stato per Dante Alighieri? Quanto riusciremmo ad emozionarci la tragedia della Shoah se Primo levi non avesse scritto il suo “Se questo è un uomo”?

Le fotografie hanno conquistato le pagine della cronaca da meno di un secolo, e solo da poche decine di anni il progresso tecnologico – con il fiorire di siti internet, blog e social network – consente ad ognuno di noi di essere allo stesso tempo spettatore e testimone di un evento di cronaca, tanto spicciola quanto eccezionale.

Rare volte quantità e qualità vanno a braccetto, e sicuramente questa bulimia informativa ci ha quasi assuefatti ad eventi che in altri tempi avrebbero suscitato scalpore e raccapriccio: immagini di vittime di guerra scorrono nelle pagine dei giornali senza quasi essere notate; decine di persone alla ricerca di una vita migliore, morte annegate a causa del naufragio di un malandato barcone, vengono derubricate a chiacchiere da bar; la foto straordinaria di un corpo celeste a migliaia di anni luce dalla Terra desta meno stupore di uno spettacolare effetto speciale cinematografico e così via.

Anche eventi popolari come una funzione religiosa o una solenne processione, un tempo vissuti in silenzio e con commossa partecipazione, oggi diventano troppo spesso occasione di pettegolezzo e futile chiacchiera, snaturando completamente lo spirito dell’evento.

Per ricordare come – neppure troppo tempo fa – veniva vissuta a Grottaglie la preparazione prima e la accensione poi della “pira” in onore di San Ciro di Alessandria, riportiamo in questo podcast le parole di Padre Michele Ignazio D’Amuri, che fu non solo insigne ,religioso ma anche poeta, letterato e uomo cultura.

Una poesia in dialetto, che allora come oggi parla direttamente al nostro cuore, evocando immagini vivide e chiare come forse neppure il più moderno smartphone riuscirebbe a fare.

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