Grottaglie podcast
Papa Giro, la tragica storia di don Ciro Annicchiarico: passione e morte a Grottaglie
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Aggirandoci tra le vie e le ‘nchiosce del centro storico possiamo a volte immaginare, altre volte avere palese testimonianza di come fosse Grottaglie decenni o secoli fa.

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Alcuni luoghi sono quasi immutati da secoli, come il castello episcopio o la chiesa matrice; altri hanno subito modifiche e cancellazioni – dovute agli oltraggi del tempo, all’incuria degli uomini o rese necessarie dal mutare delle esigenze della popolazione.

Andare alla scoperta di come una città è cambiata nel corso del tempo può riservarci piacevoli sorprese e interessanti conferme, percorrendo un viaggio nel tempo che possiamo intraprendere quasi senza spostarci da casa.

“Robuste mura e cento torri”

Compagni di viaggio e guide esperte a cui affidarci saranno allora coloro che a Grottaglie hanno dedicato affetti e passioni, occhi curiosi e notazioni da cronista, attenti a particolari tanto comuni allora quanto straordinari oggi.

L’arciprete Caraglio sostiene a spada tratta il primato di Grottaglie su Martina Franca, e lo fa eccedendo in aggettivi e benevolenza, tanto da attribuire alla sua città natale un centinaio di torri che – a suo dire – avrebbero abbellito le mura perimetrali, peccando di un eccesso che solo l’amor patrio potrebbe spiegate.

Tra campi coltivati e antiche vestigia

Più misurati di lui, sia per la diversa disposizione d’animo che per il mutato spirito dei tempi, appaiono Cosimo De Giorgi e Giacomo Arditi, che sul finire dell’Ottocento dedicano alle città delle Terra d’Otranto una minuziosa descrizione, non priva di arguzie e commenti tutt’altro che scientifici.

Scopriremo così quanto “valeva” l’economia grottagliese un paio di secoli fa, sino a dove si esportavano le stoviglie in creta prodotte dai figuli locali, quali erano i prodotti agricoli che caratterizzavano le campagne grottagliesi e quale era uno dei principali problemi per chi lavorava in campagna.

Tra un elenco dei monumenti principali ed una incantata descrizione delle gravine, tra una panoramica del “Campo d’Amore” ed un racconto di un carnevale in cui si mettevano in piazza magagne e malefatte del nobile e del volgo, scopriremo una Grottaglie a volte molto diversa da come la conosciamo oggi, ma con un fascino che non ha mancato di colpire anche chi l’ha avvicinata con l’occhio freddo e distaccato dello studioso.

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